Guido de Alexandro, Barone di Roccagloriosa in Principato citeriore (fine XII sec.), che venne menzionato nel Catalogo del Borrelli tra i feudatari rossocrociati partiti per la Terra Santa (terza croc. 1189-92) ed approdato in terra di Apulia a fine del suo servizio in qualità di precettore della domus di Lama per mandato del capitolo della provincia di Puglia-Terra di Lavoro dell’Ordine del Tempio, presieduto da Pietro de Ays. Fu proprio in questa provincia che nacque il ramo pugliese che ebbe tra i suoi ascendenti Lando de Alexandro, componente della comunità templare della chiesa di S.Paterniano di Ceprano (1269).
Giovanni (fu Carlo), Barone di San Giorgio (fine sec.XIII);
Francesco (figlio del precedente) che insieme allo zio Gualterio risultò tra i baroni del Regno di Carlo II d’Angiò, che ne ordinò la rivista in S. Germano (1291);
Antonio (fu Francesco), erario della città di Napoli (1311);
Alessandro (fratello del precedente), maestro di Teologia, e Generale dei frati Minori (1310);
Giovanni, Abate del convento di San Giovanni a Carbonara in Napoli.
Giovanni II, (fu Antonio), erario di Napoli (1338), come il padre;
Antonio II (figlio del precedente) anche lui erario di Napoli (1343), nominato tale dalla regina Giovanna I.
Giovanni III (figlio del precedente), Barone di Casanova, fu Gran Camerario di Calabria (1415), ed in seguito Maresciallo del Regno e Giustiziere degli Scolari.
Paolo (di Giovanni III) fu segretario personale della regina Giovanna II, che lo promosse al rango di familiare e lo nominò Direttore del gran Sigillo;
Sansonetto (fratello del precedente) anche lui familiare della regina Giovanna. Ottenne l’incarico di governatore di Montefusco e suoi casali avellinesi (1415), nonché di Lucera e Foggia (1423). Fu il capostipite del ramo d’Alessandro, duchi della Castellina (Castellino sul Biferno), che sposò Maria Liguoro;
Antonio, di Paolo, personaggio di cultura stimato dalla monarchia Aragonese, formatosi presso l’Aretino e insignito delle cariche di Giudice della Vicaria (1481), auditore del re Ferdinando I d’Aragona (1494-96), presidente della Regia Camera della Sommaria, Viceprotonotario del Regno, Presidente del Sacro R. Consiglio (1503) e professore di giurisprudenza nell’Univeristà partenopea dei regi studi. Questi incarichi gli valsero l’onorificenza del collare dell’ Ordine della Giara. Fu Ambasciatore dei re d’Aragona presso numerose corti regie (presso il Papa Pio II nel 1458; il re Giovanni d’Aragona nel 1459; il re di Francia; Lorenzo dei Medici, inviato speciale a Firenze nel 1481; diplomatico in Milano e Venezia). Compose le opere giuridiche: Reportata Clarissimi U.I. Interpetris Domini Antonii de Alexandro super II Codicis in Florenti studio Partenopeo (1474), Addictiones ad Consuetudines Neapolitanas.
Alessandro ab Alexandro (cugino del precedente), illustre giurisperito-umanista, fu discepolo del Fidelfo. Ebbe grande notorietà presso tutte le accademie delle corti d’Europa per la sua erudita opera in sei libri Genialium Dierum (1522), alla quale fece le sue annotazioni Andrea Tiraquello, regio senatore del parlamento parigino. Resse le sorti dell’ateneo napoletano nel relativo periodo di decadenza. Il Pontefice gli conferì, in commenda, la badia di Carbone dell’Ordine di S.Basilio (SS. Anastasio ed Elia) in Lucania;
Jacobuccio I (Iacovo - Iacobo - Giacomo), viv. nel 1439, + 18 sett. 1492 (sep. in S.Pietro Martire). Presidente Regia Camera della Sommaria, Gran Cacciatore, Falconiere Maggiore di Re Ferdinando I(1423-1494), Commensale di Re Ferrante. Nel 1479 acquisisce con il fratello Antonio dai Caracciolo, il feudo ed il castello di Cardito. Sposa Maria della Leonessa, del Seggio napoletano di Capuana.
Pietro Nicola, fu Razionale e Presidente della R. Camera della Sommaria (1457), che acquisì da re Ferrante d’Aragona la baronia di Faicchio (1464-79).
Alcuni membri di questa famiglia (Baldassarre, fu Pietro, Ordinario Regio Capitano, e Governatore dell’Aquila e Taranto; suo fratello primogenito Lorenzo, deputato per il sedil di Porto, Ordinario Regio Capitano e Governatore di Monopoli negli anni 1514-20) unitamente ad altri loro cugini rappresentanti il ramo di Cardito (Giulio, Marco presidente della R. Camera, Jacobuccio II) si trovarono schierati, nella rivolta baronale filo-francese, contro la dinastia austro-iberica, rimanendo coinvolti nei processi sommari (con esproprio dei beni fondiari e rendite) voluti dall’asburgico imperatore Carlo V, non avendo potuto usufruire dell’indulto del 1530. Fabrizio d’Alessandro, per aver partecipato ai tumulti contro il Tribunale dell’Inquisizione (1547), venne fatto condannare dal Vicerè don Pedro de Toledo, giunto a Napoli per dar corso ai processi contro i rivoltosi, alla pena capitale della decapitazione.
Giovanni Francesco, figlio del predetto Lorenzo e di Cecilia de Angelis (della famiglia imperiale greca), I Bar. di Pescolanciano, ascritto al Seggio napoletano di Porto, insieme alla sua moglie, Rita Baldassarre di Roccaraso, riscattò la sopravvenuta confisca e decadenza familiare, acquisendo la baronia di Santa Maria dei Vignali e di Pescolanciano (1576). Da tale capostipite derivò il ramo tuttora fiorente dei Duchi di Pescolanciano.
Numerosissimi furono i discendenti illustri di questo ramo che ottenne il titolo ducale con Fabio juniore nel 1654:
Giovanni Gerolamo (+1642), terzo Barone di Pescolanciano, coniugato a Isabella Sommai, che acquisì le baronie di Carovilli e Castiglione (1619) nonché di Civitanova del Sannio e Sprondasino (1627);
Giovanni, IV Bar. di Pescolanciano, * Napoli 1559, + Pescolanciano (chiesa S.Salvatore) 6 giu 1654, detto il “Cavaliere”, noto per la scuderia di cavalli “saltatori” in Pescolanciano; Incisione del ritratto del cav.Giovanni d’Alessandro, IV° barone di Pescolanciano. Tratta da “Arte di Cavalcare” del duca Giuseppe d’Alessandro, 1711;
Agapito (1595-1655), marito di Beatrice Ferri, acquistò il feudo di Civitavetere (Duronia, 1629);
Fabio (1626-1676), ottenne il titolo ducale sul feudo di Pescolanciano. Eseguì rilevanti lavori di ristrutturazione del castello d’Alessandro in Pescolanciano e vi edificò un’area sacra, ove trasferì nel 1656 le sacre reliquie del martire S.Alessandro, venerate secondo un rito religioso (iniziato da suo fratello, l’Abate Alessandro) che si rifaceva alla tradizione templare del Casato;
Gio.Giuseppe (1656-1715), oltre ad abbellire la dimora castellana in Pescolanciano con numerose opere d’arte di artisti famosi, è noto alle cronache per il suo impegno letterario. Riconosciuto poeta barocco dall’Accademia degli Oziosi, Giuseppe fu autore delle seguenti opere: “Pietra di Paragone dei Cavalieri, Arte del Cavalcare”(1711, 1714), “Selva Poetica” (1713), “Arpa Morale” (1714);
Ettore, figlio del precedente, (1694+1741) ristampò nel 1723, apportando delle aggiunte poetiche il componimento paterno, Arte del Cavalcare. Ereditò dalla madre, Anna M. Baldassarra Marchesani, i feudi di Castel del Giudice e Roccacinquemiglia;
Nicola Maria I , X Bar. e V Duca di Pescolanciano, * Trani 19 set 1726, + Napoli 9 dic 1764.Sposa nel 1755 Eleonora Castromediano Limburgo Acquaviva d’Aragona, figlia del Duca di Morciano Domenico e Cornelia Cornaro.
Pasquale Maria (1756-1816), figlio del V Duca e X Barone Nicola M. ed Eleonora Castromediano Limburgo Acquaviva d’Aragona, acquisì il feudo di Pietrabbondante (1789).
Era appassionato di alchimia, e fondò la nota fabbrica di ceramiche e porcellane presso il castello di Pescolanciano (1783-1795), producendo diversi manufatti (con variegati decori, quali le insegne araldiche del Casato o le palme sull’isola, i salici con gli uccelli, fiorature al ticchio), conservati presso vari musei italiani (S.Martino di Napoli, Artistico e industriale, Duca di Martina di Napoli, Faenza, Baranello) ed esteri (Louvre, Sanpietroburgo per donazione fatta allo zar Paolo I delle Russie). Fu insignito della croce di devozione del S. M. Ordine Gerosolimitano (1794), in cui furono cavalieri professi lo zio Francesco (1778) ed il fratello Francesco Maria (1795). Il duca Pasquale, gradito da re Ferdinando IV di Borbone per le sue capacità artistiche, fu nominato Sovrintendente delle fortificazioni e Direttore di ponti e strade in Napoli (fine XVIII sec.), nonché socio della Soc. Economica della Prov. di Molise (1810);
Nicola Maria II , XII Bar. e VII Duca di Pescolanciano, * Civitanova del Sannio 13 lug 1784, + Napoli (Bianchi Spirito Santo) 7 feb 1848, Ispettore Sopraintendenza delle Prigioni Provincia Napoli (1829).Sposa l’ 8 feb 1810 Aurora Ruffo dei principi Scilla di Calabria, figlia del principe Fulco e Carlotta della Leonessa di Sepino, +Napoli (Bianchi Spirito Santo)13 feb 1872.
Giovanni Maria (1824-1910) di Nicola (figlio del precedente) ed Aurora Ruffo Scilla di Calabria, conservò la passione per le arti e la storia, occupandosi degli scavi archeologici di Pietrabbondante, come Sovrintendente Regio nel 1857 e fu molto apprezzato dell’amico archeologo tedesco Theodor Mommsen. Fedele alla dinastia dei Borbone, il duca Giovanni fu: Capo plotone della Guardia Cittadina (sotto il comando di S.A.R. Leopoldo di Borbone, 1847); Consigliere Prov. Campobasso (1851); Capo plotone Guardia d’Onore Prov. Molise (1855); Presid. Consigl. distretto d’Isernia, ottenendo l’onoreficienza delle “Chiavi d’Oro” (1858). Per il suo coinvolgimento nei moti legittimisti in Molise, contro l’esercito piemontese, fu fregiato dal re Francesco II di Borbone della “Gran Croce” S. R. M. Ordine Costantiniano (1860), seguendolo nell’esilio in Roma, ove risiedette fino al 1865, ritornando poi a Napoli.
Nicola Maria , March. di Civitanova (titolo d’uso) * Pescolanciano 15 ott 1857, + Portici-Napoli (Bianchi Spirito Santo) 26 apr 1894.Sposa il 24 nov 1880 Carolina Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana e dei Principi di Piedimonte, * Napoli 23 gen 1859, + Napoli (Bianchi Spirito Santo)23 nov. 1940, figlia di Onorato e Maria Antonietta Solazzi Castriota.
Mario , XV Bar. e X Duca di Pescolanciano, Cav. On. e Dev. S.M.O.M., Cav. Giust.S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio, * Napoli 10 set 1883, + Livorno 29 apr.1963. Donò al museo di Villa Pignatelli di Napoli, la collezione di carrozze in pieno accordo con il mecenatismo dei suoi antenati. Sposò: ( 1°) 27 apr 1933,Roma Atalia Valentini di Livorno + Livorno 1940, poi
( 2°) 29 set 1948, Massa marittima, Emma Ernesta Vesentini, * Brolo 10 feb 1894, +anni ‘70 Livorno.
Fabio Maria , * Roma 25 nov 1863, + Pescolanciano 18 nov 1954, Ing.Sposa il 9 lug 1885 a Napoli, Silvia dei March. Stellati, * Napoli 23 sett 1863, + Pescolanciano 10 mar 1944, (di Vincenzo ed Irene Colucci).
Carlo Ascenso, XVI Bar.XI Duca di Pescolanciano, * Pescolanciano, 15 ago 1891, + Pescolanciano 15 mar 1975
Sposa in prime nozze a Napoli, Angela Sessa, (* Castellamare di Stabia 6 mar 1900, + Napoli 19 dic 1966)
In seconde nozze il feb 1972 a Napoli, Beatrice Bovio, (* Torre del Greco 10 feb 1918, + Torre del Greco 1981).
Ettore Emanuele, Cav. S.M.O.M., med d’oro al mer. del Foro di Napoli, Ten. Com.Cavall., Avv.,
* Pescolanciano 24 dic 1892, + Napoli (Bianchi Spirito Santo)16 gen 1975.
Sposa il 23 mar 1918 a Napoli, Nob. Maria Morelli, * Amalfi 13 feb 1896, + Napoli (Bianchi Sp.San)21 apr 1977 figlia del nob. D.Eduardo e Matilde Fornari.
D. Giovanni, figlio dell’Avv. Ettore Emanuele e della nob. Maria Morelli di Edoardo di Ulisse dei conti di Todi, nato a Napoli il 2 gennaio 1921 (certificato civile, seppur risulta la sua parrocchia dei SS.Francesco e Matteo averlo censito nel registro dei battesimi in data 19 dicembre 1920) è subentrato nel titolo di XIII Duca di Pescolanciano, Marchese di Civitanova, Barone di Carovilli, Castiglione, Civitavetere (Duronia), Castel del Giudice, Roccacinquemiglia, Pietrabbondante e Patrizio Napoletano, con la morte del cugino D.Carlo Jr.(1998), di Carlo Ascenso con prole femminile. Dottore in Legge, già Generale di P.S., è stato decorato con la Croce al Merito di Guerra, la Croce d'Oro per Servizio e la Medaglia d'Argento per Comando. E' stato membro della Confraternita dei Bianchi dello Spirito Santo, in Napoli. Nel 1951 ha sposato Gelsomina Ercole di un’antica famiglia napoletana con proprietà in Torre del Greco, e dal loro matrimonio nacquero, D. Anna Maria e D. Ettore M., Delegato per la Toscana e Cavaliere di Giustizia del S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio (ramo Spagna). Quest’ultimo è subentrato nel titolo ducale con la morte di D.Giovanni il 14 ottobre 2010 (Bianchi dello Spirito Santo,Napoli).